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Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), II, 10
 
originale
 
[10] Nec diutius quivi tantum cruciatum voluptatis eximiae sustinere, sed pronus in eam, qua fine summum cacumen capillus ascendit, mellitissimum illum savium impressi. Tum illa cervicem intorsit et ad me conversa limis et morsicantibus oculis: "Heus ut, scolastice," ait "dulce et amarum gustulum carpis. Cave ne nimia mellis dulcedinem diutinam bilis amaritudinem contrahas." "Quid istic" inquam "est, mea festivitas, cum sim paratus vel uno saviolo interim recreatus super istum ignem porrectus assari" et cum dicto artius eam complexus coepi saviari. Iamque aemula libidine in amoris parilitatem congermanescenti mecum, iam patentis oris inhalatu cinnameo et occursantis linguae inlisu nectareo prona cupidine adlibescenti: "Pereo", inquam "immo iam dudum perii, nisi tu propitiaris". Ad haec illa rursum me deosculato: "Bono animo esto," inquit "nam ego tibi mutua voluntate mancipata sum, nec voluptas nostra differetur ulterius, sed prima face cubiculum tuum adero. Abi ergo ac te compara, tota enim nocte tecum fortiter et ex animo proeliabor."
 
traduzione
 
Non resistetti alla tortura di un piacere cos? intenso e piegandomi su di lei le lasciai un bacio pi? dolce del miele, proprio alla radice dei capelli, dove essi risalivano verso la sommit? del capo. Ella si volse lanciandomi di sottecchi uno sguardo assassino: ?Ehi, ehi, scolaretto, mi sa che tu ti stai prendendo un bocconcino agrodolce, sta' attento che per la troppa dolcezza del miele tu poi non abbia a sentire a lungo l'amaro della bile.? ?E che m'importa, gioia mia, soltanto un bacino e poi son pronto, a mettermi lungo disteso sul tuo fornello e a farmi abbrustolire,? e cos? dicendo me la strinsi forte fra le braccia e cominciai a baciarla e poich? lei mi corrispose con eguale ardore e gareggi? con me in ogni sorta di libidine, schiudendomi la sua bocca odorosa e cercando con la sua lingua, che sapeva di nettare, la mia, vinto dal desiderio: ?Mi fai morire,? le dissi, ?anzi sono gi? morto se tu non mi compiaci.? Ed ella riprendendo a baciarmi: ?Pazienta, anch'io sono ormai tua e perci? non dovremo aspettare a lungo per goderci; questa sera, appena far? buio, verr? in camera tua. Ora va, ma preparati perch? voglio misurarmi con te e darci sotto quant'? lunga la notte.?
 

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